European Film Academy, Sebastian Gabsch,

«Vogliamo che il cinema europeo torni a essere più rilevante e visibile»


Intervista al Matthijs Wouter Knol, direttore della European Film Academy.

Teresa Vena

Quale orientamento vorrebbe dare alla European Film Academy sul lungo periodo?
Quando sono subentrato come direttore nel 2021, la mia idea era di fare della European Film Academy un’istituzione che non si limiti a celebrare i film europei in seno a una cerchia ristretta ed elitaria, e che non si occupi solo dei propri membri. Sono aspetti che rimarranno molto importanti e a cui l’Accademia si dedica egregiamente da molto tempo. Ma poiché il mondo in generale, e quindi anche il mondo del cinema europeo, è cambiato parecchio negli scorsi decenni, dobbiamo assolutamente aggiornarci. Non va dimenticato che negli ultimi anni la digitalizzazione ha stravolto le abitudini e le attese del pubblico. Se non vogliamo perdere il contatto con la realtà, se vogliamo mantenere i piedi per terra, allora le strutture dell’Accademia devono diventare più efficaci. Dobbiamo adeguarci agli sviluppi in corso ponendoci domande su come l’Accademia debba lavorare, agire, comunicare, e soprattutto su quali debbano essere le sue priorità.

Qual è la più grande sfida che l’Accademia dovrà superare?
L’Accademia sta diventando un’istituzione dal raggio d’azione molto più ampio. Vogliamo che il cinema europeo torni a essere più rilevante e visibile. Avere come presidente Juliette Binoche sarà senz’altro un grande aiuto in questo senso. Il cinema europeo non può affidarsi a un gruppetto di appassionati che fanno film nel tempo libero. Il cinema europeo è molto più di questo e chi lo conosce di solito lo ama. Il problema è che la maggior parte della gente non entra nemmeno in contatto con il cinema europeo. È per questo che tende a essere poco apprezzato.

Che cosa ci può dire del cinema svizzero nel contesto di quello europeo?
Il cinema svizzero fa parte di quello europeo. Come anche in altri paesi, ci sono molte persone creative che hanno una notorietà europea. Negli scorsi anni mi sono occupato di più di cinema svizzero e ho visto molte opere interessanti, che hanno destato attenzione e sono state elogiate a livello internazionale. I paesi piccoli tendono facilmente a essere scontenti del raggio di diffusione dei propri film, ma in Svizzera la commercializzazione dipende anche dalle lingue e dai sostegni finanziari disponibili. Ciononostante l’infrastruttura cinematografica è buona. Basti pensare al festival di Locarno con la sua eccellente fama mondiale, ma anche a quelli di Ginevra o di Zurigo. Quest’ultimo in particolare ha subito una rapida trasformazione. Per un paese piccolo come la Svizzera è una situazione più che rispettabile. La Svizzera, quindi, ha molto da offrire. Anche preparandoci all’attribuzione degli European Film Awards a Lucerna abbiamo potuto constatare che si tratta di un paese ricco di sfaccettature. La European Film Academy si impegna a rendere visibile la diversità dell’Europa, con la sua ricchezza di voci, culture, lingue, storie e contesti. Le voci svizzere, con la loro diversità linguistica e tutte le altre peculiarità, ne fanno parte. Il cinema svizzero occupa un posto fisso nell’ambito del cinema europeo. Una delle ragioni per cui abbiamo scelto Lucerna per la cerimonia di premiazione è rafforzare ulteriormente la consapevolezza europea del fatto che la Svizzera e il suo cinema appartengono al continente

Come scegliete le località che ospitano la cerimonia?
Ogni due anni la consegna degli European Film Awards si tiene a Berlino, mentre negli altri anni in una città europea che varia di volta in volta. La Svizzera ha espresso il suo interesse una decina di anni fa e ora è giunto il momento di portarvi il cinema europeo. I lavori di preparazione sono durati più del solito, anche perché si è dovuto riflettere bene quale città svizzera scegliere. Poi, nel corso degli anni si è formata una compagine promotrice molto motivata che comprende l’Ufficio federale della cultura, Swiss Films e soprattutto la SSR. Anche il Cantone e la Città di Lucerna hanno un ruolo importante. Grazie alla creazione di questa struttura professionale, la collaborazione con i partner svizzeri è davvero piacevole e fruttuosa. Sin dall’inizio, abbiamo percepito una grande apertura da parte della scena cinematografica.

Che cosa le sta particolarmente a cuore nella cerimonia degli European Film Awards?
Sicuramente il ricco programma di eventi collaterali dei nostri partner in Svizzera. Eravamo tutti d’accordo sul fatto che il cinema europeo e svizzero meritassero più di un fine settimana durante il quale assegnare i premi. Le manifestazioni collaterali, in corso già dalla primavera e volte a mettere in risalto i molteplici rapporti tra la Svizzera il resto del continente, sono destinate sia al grande pubblico che al settore svizzero del cinema. La premiazione si terrà, è il caso di sottolinearlo, durante il «mese del cinema europeo». In oltre quaranta paesi e quasi cento località grandi e piccole, saranno proiettati film europei selezionati. Verranno per esempio presentate pellicole nominate agli European Film Awards, in modo da abbreviare l’attesa del pubblico fino alla cerimonia di premiazione. Anche sulla piattaforma online del nostro partner MUBI ci sarà un programma speciale per celebrare durante un mese il cinema europeo. Come già a Reykjavik nel 2022, ci tenevamo inoltre a essere ecologicamente sostenibili. Vogliamo incontrarci dal vivo, non solo in videochiamata, ma deve rimanere una festa sostenibile. Anche per questo abbiamo pensato a una diffusione online, che tuttavia ha richiesto approcci innovativi in loco.

BIOGRAFIA Matthijs Wouter Knol è nato nei Paesi Bassi. Poliglotta, ha studiato storia all’Università di Leida e al Royal Netherlands Institute di Roma, lavorando al contempo – ma lo faceva già prima – come giornalista. Dopo gli studi, dal 2001, ha lavorato come produttore. Ha collaborato a oltre trenta documentari premiati, fra cui film di Heddy Honigmann, Maria Ramos e Mani Kaul. Dopo un breve periodo al festival IDFA di Amsterdam, nel 2008 ha diretto per sei anni la programmazione della Berlinale Talents. In seguito è stato, per altri sei anni, direttore dello European Film Market a Berlino. Dal 2021 dirige l’Accademia europea del cinema. Oltre a essere responsabile della gestione amministrativa e concettuale delle attività dell’Accademia, ha lanciato e sviluppato progetti negli ambiti della formazione e del patrimonio cinematografici, nonché del «mese del cinema europeo». Anche qui Knol si batte per un’industria cinematografica più varia e più inclusiva.

Immagine: European Film Academy, Sebastian Gabsch